mercoledì 21 marzo 2012

Consiglio Comunale del 21-03-2012

Si è svolto oggi il Consiglio Comunale.

Pubblico di seguito il mio intervento nel quale ho annunciato la mia intenzione di non riproporre la mia candidatura alle prossime elezioni amministrative.

Ringrazio il Sindaco Vincenzo Cappello, il Presidente del Consiglio Comunale Renato Ricca e il capogruppo di maggioranza Fabrizio Pepe per le belle parole che in corso di pubblico dibattito hanno speso per il mio impegno civico. Sono grato a tutti coloro che hanno ritenuto di manifestarmi apprezzamento in via riservata.

Ringrazio i cittadini piedimontesi che mi hanno consentito con il loro voto l'esperienza amministrativa e mi scuso se in qualche modo sono venuto meno alle aspettative che avevano riposto nella mia persona.

"Cari cittadini, gentile Segretaria Generale, caro Sindaco, caro Presidente, cari Consiglieri,

mi è sembrato opportuno in occasione di questa convocazione del Consiglio- forse l’ultima prima del prossimo appuntamento elettorale-, portare a voi tutti i miei affettuosi saluti, confermarvi i sentimenti di stima e rendere pubblica la mia posizione.

Ritengo infatti doveroso, per rispetto dei nostri concittadini e vostro, in questa sede e alla vostra presenza, dopo cinque anni di confronto, a volte serrato ma sempre leale e franco, specificare che non intendo riproporre la mia candidatura alle prossime elezioni amministrative.

Motivi professionali, sindacali e familiari mi inducono a fare un passo indietro per poter dedicare tutte le energie al mio lavoro, ai miei piccoli assistiti e a miei cari.

Formulo a quanti di voi intendono proseguire nell’impegno amministrativo i migliori auspici per una chiara rielezione. A cominciare, doverosamente, dal nostro Sindaco, a cui riconosco impegno, passione, concretezza nell’adoperarsi quotidianamente per migliorare la qualità di vita di tutti i Piedimontesi.

Lascio con qualche piccolo rammarico per non aver saputo creare le condizioni per un contributo più significativo alla buona amministrazione della nostra città ma, allo stesso tempo, con l’intima consapevolezza di non aver mai perseguito nell’impegno politico vantaggi o benefici personali.

Grazie a tutti .

Emilio Iannotta


giovedì 31 marzo 2011

Associazione "Amici del Liceo Scientifico di Piedimonte Matese"

associazione "amici del liceo scientifico di piedimonte matese"

La scomparsa recente di carissimi amici con cui ho condiviso i bellissimi anni del liceo mi hanno spinto ad intraprendere iniziative tese a rafforzare il senso di appartenenza e il legame alle origini e alla nostra comunità. Ho pensato, pertanto, di creare su facebook un gruppo di ex allievi e ex docenti del Liceo Scientifico di Piedimonte Matese. Lo scopo è di far rimanere in contatto persone che si sono conosciute, aiutate, stimate, mettendo e tenendo in contatto allievi e docenti di diverse generazioni e oggi residenti nei posti più disparati.


Insieme a tanti amici che hanno apprezzato e condiviso lo spirito dell'iniziativa, aiutati dalla squisita disponibilità del fraterno amico Tonino Malorni- che da tempo presiede l'Associazione "Amici del Liceo Scientifico Diaz" di Caserta, di cui un tempo il nostro Liceo era una succursale-, abbiamo pensato di dare vita ad una pari Associazione a Piedimonte Matese di Amici del Liceo Scientifico a cui invitare ad iscriversi ex allievi ed ex docenti del nostro amato Liceo.

Unitariamente abbiamo pensato che la sede più opportuna dell'Associazione dovesse essere quella del Liceo stesso e pertanto ho protocollato al Preside prof. Cunti la lettera di seguito pubblicata con cui informo la Dirigenza dell'iniziativa, ne spiego motivazioni e scopi e chiedo la disponibilità a poter indicare il Liceo quale sede della costituenda Associazione.

All’attenzione del gent.mo Preside del Liceo “Galilei” di Piedimonte Matese

In qualità di promotore della costituenda Associazione “Amici del Liceo Scientifico di Piedimonte Matese”,

mi pregio di informarLa che è in via di costituzione una Associazione tra ex Allievi ed ex Docenti del Liceo Scientifico di Piedimonte Matese.

L’Associazione, apolitica, con attività svolte in regime di assoluto no-profit disciplinato dal D.Lgs. del 14/11/97 e sue successive modificazioni ed integrazioni- che recepisce i principi ed i criteri direttivi di cui alla legge 662/96- si propone i seguenti scopi:

· riaffermare i valori e l’importanza della cultura (scientifica e classica) e del suo insegnamento nei licei, recependo comunque le necessità e le istanze proposte dalla nostra società in evoluzione, con particolare attenzione alla conoscenza delle scienze, della filosofia, della bioetica, delle lingue straniere e dei nuovi strumenti informatici di comunicazione;

· vivificare e sviluppare i vincoli spirituali e morali esistenti fra gli ex allievi ed ex docenti dell'Istituto, costituendo un centro permanente di relazioni al fine di mettere gli ex allievi e gli ex docenti in grado di prestarsi amichevole appoggio nelle varie circostanze della vita, e mantenere il legame ideale e sentimentale con la vecchia scuola, tra le vecchie e le nuove generazioni di studenti, in modo da costituire un punto costante di riferimento per tutti gli ex allievi ed ex docenti che sia in grado di assicurare solidarietà ed aiuto in ogni circostanza;

· commemorare e celebrare maestri ed allievi che si sono resi particolarmente benemeriti;

· contribuire, con i fondi dell'Associazione, all’incremento dei mezzi assistenziali e scientifici dell'Istituto;

· promuovere e favorire incontri e manifestazioni di ex allievi ed ex docenti con ogni forma di attività rilevante sotto il profilo culturale, artistico e sociale.

Sentiti gli altri soci promotori della costituenda Associazione, facendomi portavoce di una comune determinazione, Le comunico che sarebbe nostra volontà indicare quale sede dell’Associazione quella dello stesso Liceo Scientifico “Galilei” se Ella e il Consiglio d’Istituto fossero consenzienti.

Per ogni comunicazione il sottoscritto può essere contattato al 3294208124

In attesa di un gentile riscontro a nome personale e degli altri soci fondatori porgo a Lei, al corpo docente, al personale Ata, ai componenti del Consiglio d’Istituto e a tutti gli allievi i più cordiali saluti.

Piedimonte Matese, 31.03.2011

Dott. Emilio Iannotta

domenica 27 marzo 2011

IL RUOLO DEL PEDIATRA DI FAMIGLIA NELLA DISLESSIA


la DISLESSIA è una disabilità dell'apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura (ortografia). Tale difficoltà non può essere ricondotta a insufficiente capacità intellettiva, a cause esterne o a deficit sensoriali e deriva tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio. Deficit quasi sempre inatteso in rapporto alle altre abilità cognitive, al livello culturale della famiglia e alla disponibilità di un'adeguata istruzione scolastica. Possono derivarne problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica nella lettura che possono ostacolare l’acquisizione di un vocabolario ampio e articolato.

La dislessia può associarsi al altri Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) quali la Disgrafia- ovvero la difficoltà di realizzare i grafemi manualmente in modo leggibile e fluente-, la Disortografia- ovvero la difficoltà di rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto-, la Discalculia- ovvero la difficoltà di svolgere calcoli aritmetici a mente o su carta e alla Disprassia -ovvero l'incapacità di compiere movimenti volontari, coordinati sequenzialmente tra loro, in funzione di uno scopo. Quest’ultima può precedere i DSA e costituire un autentico campanello d’allarme

Se la dislessia non viene identificata nei primissimi anni della scuola primaria, grazie prima al sospetto e al confronto tra scuola, famiglia e pediatra di famiglia e poi alla diagnosi definitiva di un esperto nel campo dei disturbi dell'apprendimento, le conseguenze possono risultare di una certa gravità. Se il bambino dislessico è sottoposto a un metodo d'apprendimento usuale, egli riuscirà solo con un grande dispendio di energia e concentrazione a ottenere risultati che per i suoi compagni e per il suo maestro sono quasi banali. Già durante la scuola dell'infanzia è possibile effettuare una valutazione dei prerequisiti per l'abilità di lettura, in modo da poter intervenire precocemente e rafforzare delle competenze eventualmente carenti.

È frequente invece che le difficoltà specifiche di apprendimento non vengano individuate precocemente e che il bambino sia costretto a vivere una serie di insuccessi a catena senza che se ne riesca a comprendere il motivo. Quasi sempre, i risultati insoddisfacenti in ambito scolastico vengono attribuiti allo scarso impegno, al disinteresse verso le varie attività, alla distrazione. Questi alunni, oltre a sostenere il peso della propria incapacità, se ne sentono anche responsabili e colpevoli. L’insuccesso prolungato genera scarsa autostima; dalla mancanza di fiducia nelle proprie possibilità scaturisce un disagio psicologico che, nel tempo, può strutturarsi e dare origine ad una elevata demotivazione all'apprendimento e a manifestazioni emotivo-affettive particolari quali la forte inibizione, l’aggressività, gli atteggiamenti istrionici di disturbo alla classe e, in alcuni casi, la depressione.

Lo Stato Italiano, con la LEGGE 8 ottobre 2010 , n. 170, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 244 del 18 Ottobre 2010, ha affrontato e disciplinato i DSA. Essa prevede che nell'ambito dei programmi di formazione del personale docente e dirigenziale delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia, e' assicurata un'adeguata preparazione riguardo alle problematiche relative ai DSA, finalizzata ad acquisire la competenza per individuarne precocemente i segnali e la conseguente capacita' di applicare strategie didattiche, metodologiche e valutative adeguate. Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilita' didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari, di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, dell'introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonche' misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualita' dei concetti da apprendere. Infine agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione.

Ottimi propositi, non c’è che dire, se non fosse specificato in normativa che dall'attuazione della legge in oggetto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Molto fumo e poco arrosto direi e il tutto a carico di insegnanti e famiglie.

Cosa può e deve fare il pediatra di famiglia per aiutare il bambino dislessico o che presenta un altro DSA? -Innanzitutto contribuire, insieme alla famiglia e al corpo docente, alla precoce identificazione della disabilità e dei suoi sintomi premonitori. Ciò può essere fatto nell’ambito dei bilanci di salute previsti in età prescolare. I bilanci di salute, che spesso vengono sottovalutati dai genitori, sono invece essenziali per una opportuna valutazione della crescita, per una attenta verifica dell’avvenuta acquisizione di abilità previste per l’età, per la prevenzione di patologie infettive e di anomalie di comportamento; -Accompagnare e facilitare l’accesso alle strutture competenti del SSN per la diagnosi e la terapia di DSA; -Aiutare la famiglia e il bambino con DSA ad affrontare al meglio la disabilità, a prevenire la perdita di autostima, il sentimento di sfiducia verso la scuola, i disagi relazionali e affettivi.

In definitiva tutti dobbiamo avere bene a mente che prima della disabilità esiste il bambino nel suo complesso e che la figura centrale nel coordinare gli interventi che lo riguardano può essere solo il suo pediatra di famiglia. Se il pediatra di famiglia non viene coinvolto tutti gli interventi, per quanto animati da buone intenzioni e supportati da adeguata professionalità, risulteranno non adeguatamente coordinati e pertanto risulteranno solo parzialmente efficaci.

Emilio Iannotta

martedì 22 marzo 2011

GLI INCOMPRENSIBILI SILENZI DI NICHI

Dopo acceso e contrastato dibattito interno il partito caro a Nichi Vendola ha scelto a Napoli di sostenere la candidatura del prefetto Mario Morcone, proposto dai vertici nazionali del Partito Democratico dopo il misero fallimento delle primarie e dopo il commissariamento del partito a Napoli. Candidatura avallata e sostenuta da Bassolino e Cozzolino.

La scelta di sostenere il dott. Morcone è stata sancita da una consultazione referendaria tra gli iscritti a Napoli di SEL. Referendum interno a cui i media hanno dato grande visibilità e che è stato preceduto da un confronto tra il partito e i candidati Morcone e de Magistris. Al referendum ha partecipato solo il 28% degli iscritti di SEL. Eppure in gioco erano i destini di Napoli, che evidentemente non hanno particolarmente a cuore, dovremmo ritenere, agli iscritti di SEL. Determinante è risultato il seggio di Barra dopo vi è stata alta partecipazione e consenso plebiscitario per Morcone. Curiosamente lo stesso seggio dove alle primarie di fine gennaio- volute, organizzate, delegittimate e mai riconosciute dal PD- vi era stata una indicazione quasi unanime a favore di Cozzolino a danno degli altri candidati alle primarie (tra cui il dott. Mancuso ufficialmente sostenuto da SEL) . Il politico di riferimento di SEL nella zona orientale di Napoli è il dott. Dino Di Palma, già esponente di rilievo dei Verdi e presidente della provincia di Napoli per due mandati che hanno coinciso con quelli di Bassolino alla guida della regione Campania.

Le dichiarazioni a caldo dei responsabili provinciali e regionali di SEL: “grande giornata di democrazia” e dell’On. Cozzolino “Morcone candidato unitario di tutto il centrosinistra” si commentano da sole per quanto sono lontane dalla realtà e fuorvianti.

Ma quello che lascia davvero perplesso è l’incomprensibile silenzio di Nichi Vendola, l’uomo delle seducenti narrazioni e dell’investitura popolare. Non si interroga e nulla ha da dire sulla misera partecipazione degli iscritti napoletani al referendum interno avente per oggetto un tema così politicamente e amministrativamente significativo? Non si interroga e nulla ha da dire sulle modalità di tesseramento e di coinvolgimento dei suoi iscritti? Qual è il suo giudizio sul Bassolinismo e sul ruolo che Bassolino e sodali stanno avendo nel definire candidati e schieramenti per le prossime elezioni amministrative napoletane? E gli intrecci, per alcuni versi indissolubili, tra la sua dirigenza napoletana e coloro che negli ultimi 15 anni hanno fatto il bello e il cattivo tempo a Napoli e in Campania non lo angustiano?

Certo l’uomo da battere è Lettieri, i suoi sponsor e gli interessi che questi rappresentano. E comunque vada il primo turno sarà doveroso unire le forze al ballottaggio.

Ma troppi silenzi, troppe omissioni, caro Nichi, per proporti come l’uomo del cambiamento e speranza per l’Italia. Ti sei rintanato quando potevi librarti in volo.

E se i Napoletani, a prescindere dai partiti e dalle tessere, volessero davvero voltare pagina e affidare i loro destini a un giovane concittadino dalla storia limpida, dalla schiena dritta e dal sorriso schietto e promettente?

Emilio Iannotta

mercoledì 16 marzo 2011

in memoria del mio amico lillo

Buongiorno Lillo. Stamane sento irrefrenabile l’esigenza di scrivere due righe in tua memoria.

Non tanto per rendere pubblici i rapporti intercorsi tra noi, sui quali sento doveroso mantenere il riserbo rispettoso di un amico con cui hai condiviso momenti lieti e meno lieti, entusiasmi e timori, passioni e delusioni.

Piuttosto avverto il dovere di scrivere due righe da cittadino di Piedimonte Matese, da amministratore della nostra amata cittadina.

Perché sono consapevole che la nostra comunità ha perso uno dei suoi uomini migliori e sarà inevitabilmente più povera se non saprà riflettere e trarre insegnamento dalla tua vicenda terrena.

In verità scrivo queste righe perché so che i destini dei tuoi concittadini- dai bambini che si aprono alla vita ai vecchi che appassiscono lentamente- ti sono sempre stati molto a cuore.

Sei stato uno degli uomini migliori della nostra comunità sempre, in tutte le fasi della tua vita. Sia quando hai vissuto da protagonista assoluto, con la tua spiccata intelligenza, versatilità, eccellenza nel rendimento scolastico e sportivo, facilità di approccio umano e di conquista, simpatia contagiosa. Sia quando ti eri relegato in uno spazio di seconda fila, dove è venuta emergendo la tua infinità bontà e disponibilità umana, la tua autoironia, la tua discreta, rispettosa ma solida professionalità.

Conoscendoti profondamente, essendo conscio del tuo amore per Piedimonte e delle tue qualità umane, mi sono chiesto più volte per quale scherzo del caso tu non sia diventato un amministratore di prima grandezza della nostra città. Ti ricordo brillante rappresentante degli studenti di quella nostra bella classe liceale che il triste destino sta decimando e componente più votato del Consiglio di Istituto. Soprattutto ricordo bene la tua innata predisposizione a farti carico dei problemi altrui.

Poi, invece, ti sei limitato a raccontarla la nostra città. Ma anche da giornalista sei stato esempio di serenità, imparzialità, correttezza.

Da cittadino e da amministratore, in definitiva, spero di cuore cha la tua vicenda terrena- per qualche verso drammatica perché troppo presto ci hai lasciato con un senso di impotenza e di frustrazione-, faccia riflettere ognuno di noi e soprattutto la classe dirigente. Affinchè vengano resi sempre più efficaci gli strumenti e gli interventi a favore di chi si trova in difficoltà e sempre più consolidate le opportunità di vicinanza, prossimità, solidarietà diffusa. Come è nella tradizione della nostra città.

Ciao Lillo, compagno di giochi, di studio, di vita.

Emilio Iannotta

referendum contro il nucleare: battaglia di civiltà e di amore

Dalla lettura dei quotidiani e dai telegiornali veniamo informati di "strane" reazioni di politici ed opinionisti alla immane tragedia che ha colpito e sta colpendo il Giappone.

Qualcuno si arrischia a dare dell'opportunista ad Antonio Di Pietro reo di ricordare che tra pochi mesi gli Italiani avranno la possibilità, grazie allo sforzo di Italia dei Valori, a ribadire la contrarietà degli Italiani al nucleare.
Qualcun altro si affretta a far sapere che il PD sosterrà il referendum contro il nucleare. Bene, caro Bersani, meglio tardi che mai. Peccato non aver avuto il sostegno del PD nella raccolta delle firme, nell'autenticazione e nella certificazione delle stesse. Ma ben venga la collaborazione del PD e di tutti coloro- partiti, associazioni e singoli cittadini- che vorranno sostenere questa battaglia di civiltà e di amore per i nostri figli.
Qualcun altro, il Presidente della regione Veneto, Luca Zaia, della Lega Nord, partito che pure ha votato la legge che sancisce il ritorno al nucleare, ribadisce con sospetto tempismo che mai consentirà che centrali nucleari siano impiantate nella sua regione. E se lo può pure permettere perchè tutti sanno che chi possiede il golden share nel Governo, in sostanza chi comanda in Italia, è la Lega Nord, considerato che per Mister B. le priorità sono gli affari di famiglia e i suoi problemi con la giustizia.
Poichè a giorni Italia dei Valori inizierà la campagna referendaria in tutta Italia, e quindi anche a Piedimonte Matese e nell'Alto Casertano, prima che qualcuno mi accusi di sciacallaggio politico e di strumentalizzazione di immani tragedie, ho ritenuto opportuno ripubblicare sul blog di Italia dei Valori dell'Alto Casertano (http://idvaltocasertano.blogspot.com/) la mia pubblica posizione in merito, come già fatto nella campagna elettorale per le scorse regionali.
Gli altri interventi sul tema possono essere facilmente individuati cliccando su "nucleare" tra le etichette del blog di cui sopra.

Emilio Iannotta

sabato 12 marzo 2011

Quando le narrazioni rischiano evoluzioni incomprensibili…….. lettera aperta al Presidente Vendola


Caro Presidente,

Le scrive un cittadino e un militante di partito. Di Italia dei Valori e, soprattutto, di centrosinistra. Si, di centrosinistra senza trattino e senza spazio, perché l’assenza di quel trattino e di quello spazio hanno un valore simbolico a cui tanti Italiani, e io tra loro, sono affezionati . Quell’assenza ha un significato politico molto forte perché sottintende che:

-il bipolarismo e la politica dell’alternanza sono segno di civiltà politica e avvicinano la politica ai cittadini, consentendo a questi ultimi una più facile lettura ed una più consapevole valutazione delle vicende politiche e amministrative;

-i partiti della coalizione sono disposti a rinunciare all’egoismo di parte in favore di una sintesi più avanzata. Alla tattica spicciola in favore di una strategia di lungo respiro;

-i partiti della coalizione pongono quale stella polare del proprio cammino comune la tutela di diritti costituzionalmente sanciti quali il lavoro, la salute, la sicurezza, l’istruzione, le pari opportunità, l’uguaglianza nei confronti della legge. E, coi tempi che corriamo e col Governo che ci ritroviamo, più che di tutela siamo costretti alla difesa ad oltranza;

-i partiti della coalizione hanno la maturità per far rappresentare i diritti di cui sopra alle migliori menti, alle migliori energie, alle migliori testimonianze a prescindere dall’appartenenza politica. A rinunciare al diritto di primogenitura e al diritto di veto. A chiamare in aiuto i cittadini, con le primarie, quando un civile confronto tra candidati e partiti non sortisce una sintesi condivisa.

Caro Presidente,

molti Italiani e io tra loro la consideriamo un alfiere del centrosinistra senza trattino, soprattutto perché ha incentrato la sua battaglia per la difesa di quei diritti di tutti che ora alcuni vorrebbero far divenire privilegi di pochi. Perché ci ha sempre messo la faccia con coraggio e generosità senza paura di sfidare gli apparati di partito. Perché ha voluto e saputo confrontarsi con le difficoltà dell’amministrazione giornaliera di una bella regione meridionale dimostrando ad un tempo attaccamento alle origini e concretezza.

Le sue narrazioni hanno affascinato tanti, anche al di fuori del perimetro di SEL.

Oggi le tocca una scelta apparentemente difficile in cui credo debba farsi guidare dall’istinto, dal cuore,dalla sua storia e dal suo percorso politico, dalle sue narrazioni. Deve scegliere e aiutare i suoi militanti (e tutti i Napoletani) a scegliere tra Luigi de Magistris e il prefetto Mario Morcone.

La città di Napoli, con i suoi tanti problemi e le sue mai abbastanza valorizzate potenzialità, merita una sua valutazione serena dettata dall’amore e dalla coerenza e non certamente condizionata dalla realpolitick.

I Napoletani, popolo passionale e generoso, non meritano che le proprie vicende amministrative e le proprie sorti entrino a far parte di una partita a scacchi tra partiti in cui la tattica sembra di nuovo prevalere sulla strategia di largo respiro. Ad attardarne sviluppo e crescita bastano e avanzano la camorra e i perversi intrecci tra criminalità organizzata, economia malata e cattiva gestione amministrativa.

In definitiva deve scegliere tra due persone, due storie senza lasciarsi condizionare, a mio modesto parere, dai partiti che li sostengono e che oggi la sollecitano ad un sostegno elettorale.

A me pare che Luigi de Magistris abbia stimoli, motivazioni e storia personale tali da meritare il suo sostegno convinto . D’istinto ma rinforzato dalla riflessione consapevole. Perché è un uomo di centrosinistra senza trattino, perché si è battuto con la schiena dritta a tutela dei diritti di cui sopra,perché non ha avuto timore di schierarsi contro gli apparati dei partiti (compreso il proprio quando ne ha ravvisato la necessità), perché per amore della sua terra e con atto di generosità ha voluto raccogliere il pressante invito dei tanti Napoletani per bene che sono stanchi del Bassolinismo ma certo non vogliono precipitare in mano al Berlusconismo e ai suoi mentori campani.

Altre due riflessioni mi permetto di sottoporre. Al grande comunicatore che lei è faccio osservare che Napoli e il centrosinistra oggi hanno bisogno di una faccia giovane, fresca, sorridente, promettente. Napoli deve tornare gioiosa, orgogliosa ed ottimista.

All’uomo delle primarie, all’uomo del popolo faccio osservare che questo straordinario strumento di democrazia viene spesso delegittimato, depotenziato e strumentalizzato. Spesso in nome della realpolitik. A Napoli il Partito Democratico, imprescindibile alleato, le ha organizzate, effettuate, contestate e mai riconosciute. Il PD napoletano, così poco accorto e così frammentato può arrogarsi a Napoli diritto di veto o di primogenitura? E può il PD nazionale arrogarsi il diritto di scegliere il Sindaco di Napoli, sostituendosi al PD napoletano e in definitiva ai Napoletani? Non credo i Napoletani apprezzeranno.

In definitiva, caro Presidente, lasci perdere gli scacchi, i cavalli, la realpolitick, la tattica. Dia ascolto al cuore, all’istinto, ai Napoletani. Altrimenti le sue narrazioni rischiano evoluzioni incomprensibili…………

Emilio Iannotta